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Caso classico: dopo aver modificato la moto, decido di farla omologare
all’estero; provvedo quindi alla radiazione per esportazione e all’immatricolazione
in un altro Paese; qui le modifiche vengono approvate e la moto è pronta per
rientrare in Italia.
Ma, a questo punto, come devo agire? Posso circolare con targa e documenti
esteri o devo ancora spendere energie nella reimmatricolazione?
La questione è complessa, ma cerchiamo di rispondere a tutte queste
domande.
Nel primo caso, è consentito circolare con targa e documenti esteri per un
anno, al termine del quale è obbligatoria la “nazionalizzazione” del veicolo: in sostanza, si deve
reimmatricolarlo, pena la sanzione pecuniaria prevista dall’art. 132 Codice
della Strada (da 84 a 335 Euro); precisiamo, in proposito, che la
reimmatricolazione avviene per via amministrativa, ossia senza necessità di
sottoporre il veicolo a particolari accertamenti tecnici (la cosiddetta “visita
e prova”). Inoltre, durante il periodo di un anno in cui è consentito circolare
con targa e documenti esteri, il conducente del veicolo può essere chiunque,
anche un residente in Italia.
Il discorso è un po’ diverso quando si tratta di veicoli provenienti da
Paesi extra-europei: le regole sono infatti diverse a seconda che il
proprietario sia residente in Italia o meno.
Qualora il veicolo appartenga a soggetto non residente nel nostro Paese, è
possibile circolare per 6 mesi senza assolvere gli obblighi doganali,
mantenendo targa e documentazione straniera; si parla in tal caso di “importazione temporanea”, che comporta
– trascorsi i detti 6 mesi senza provvedere ai diritti doganali –
l’integrazione del reato di contrabbando. Una volta assolti tali adempimenti
fiscali, è possibile circolare ancora un anno con targa e documenti stranieri,
con l’obbligo poi di provvedere alla nazionalizzazione del veicolo (pena
l’applicazione della citata sanzione pecuniaria prevista dall’art. 132 Codice della
Strada). Il conducente, inoltre, può essere soltanto:
- il proprietario;
- un soggetto residente all’estero che sia parente entro il 3° grado del proprietario o persona munita di delega (non necessaria qualora il proprietario sia a bordo);
- un soggetto residente in Italia con a bordo il proprietario o suo parente entro il 3° grado residente all’estero.
Quindi, un italiano può condurre un veicolo in importazione temporanea
soltanto se “accompagnato”, a nulla valendo la possibilità per il proprietario
di rilasciare una delega all'utilizzo.
Quanto detto in materia di “importazione temporanea” può parzialmente
valere per la “importazione definitiva”,
che ricorre quando il proprietario del veicolo è residente in Italia: in tal
caso, è necessario però adempiere subito agli obblighi doganali, pena la
configurazione del reato di contrabbando. Dal momento in cui sono stati
soddisfatti tali adempimenti, il veicolo può circolare in territorio italiano
con targa e documenti stranieri ancora per un anno; trascorso tale periodo, il
veicolo deve essere nazionalizzato, pena l’applicazione della sanzione
pecuniaria prevista dall’art.132 Codice della Strada.
Quindi, occorre particolare attenzione alle norme
applicabili qualora decidiate di rivolgervi all’estero per approvare le
modifiche al proprio ferro; anche il reingresso in Italia del veicolo, se
effettuato con leggerezza, può infatti determinare gravi conseguenze (quali l’integrazione
del reato di contrabbando).
Argomento molto interessante.
RispondiEliminaArticolo esaustivo almeno per una valutazione su una buona base iniziale di notizie.
Grazie.
Grazie mille dei complimenti; seguiranno articoli inerenti alle altre fasi e ai costi complessivi della procedura. Ovviamente quanto scritto non sostituisce l'assistenza delle agenzie specializzate.
EliminaTanta buona strada!
Esiste un'assicurazione in Italia che stipuli polizze per moto con targa estera?
RispondiEliminaOgni veicolo circolante in Italia deve necessariamente possedere copertura assicurativa (è il "Codice della Strada" e il "Codice delle Assicurazioni Private" a prevederlo). L'argomento verrà approfondito in un successivo articolo, ma - per ora - tenga presente che le compagnie autorizzate ad operare in Italia sono elencate sul sito www.ivass.it.
EliminaTanta buona strada!