La dura vita dei retrovisori

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Chi vuole personalizzare la propria moto, in genere, da cosa inizia? Nella maggior parte dei casi, dagli specchietti. Ovviamente, questo non per una particolare avversione collettiva ad essi, ma semplicemente perché i retrovisori di serie non si possono vedere. Tuttavia, è bene sottolineare che la loro sostituzione non può avvenire a cuor leggero, in quanto la normativa applicabile è minuziosa e di non semplice interpretazione. Il risultato è che, molte volte, ciò che si crede omologato non lo è e viceversa; come pure può capitare che due coppie di retrovisori siano identiche visivamente, ma differiscano per il riconoscimento dell’omologazione soltanto a una di esse.
Pare quindi opportuno fare chiarezza sui criteri che rendono tali componenti conformi alla normativa di settore.
Innanzitutto, le regole cui fare riferimento sono contenute nella Direttiva 97/24/CE, relativa a “taluni elementi o caratteristiche dei veicoli a motore a due o a tre ruote”. Nel Capito IV, Allegato I, i retrovisori vengono differenziati in “interni” (Categoria I) ed “esterni” (Categoria L); tra i primi sono riconducibili i dispositivi destinati ad essere installati “all’interno dell’abitacolo del veicolo”, mentre tra i secondi quelli montati “su un elemento della superficie esterna del veicolo”. Intendendo limitare il discorso ai motoveicoli, nel presente articolo verranno esaminate le sole disposizioni concernenti la Categoria L.
Diversamente da quanto si potrebbe pensare, affinché un retrovisore venga omologato è necessario non soltanto che soddisfi precisi parametri dimensionali, ma altresì che superi positivamente alcune minuziose verifiche tecniche.
Quanto alle dimensioni, l’Allegato II, punto 2.2, precisa che:
- la superficie riflettente non può essere inferiore a 6.900 mm quadrati;
- nei retrovisori circolari, il diametro non può essere inferiore a 94 mm;
- nei retrovisori non circolari, deve potersi iscrivere una circonferenza del diametro di 78 mm sulla superficie riflettente.
Vengono altresì previste dimensioni massime:
- i retrovisori circolari non devono avere un diametro superiore ai 150 mm;
- i retrovisori non circolari devono potersi iscrivere in un rettangolo di 120 mm x 200 mm.
Quanto alle prove tecniche, vengono previste una “Prova di comportamento all’urto” e una “Prova di flessione sulla custodia fissata al braccio”.
La prima (punto 4.2) viene effettuata servendosi di un apposito dispositivo di prova, costituito da un supporto (sul quale si fissa il retrovisore in modo da riprodurne la posizione che assumerà una volta montato sul veicolo) e da un pendolo, alla cui estremità è montata una sfera rigida (dal diametro di 165 mm e ricoperta da uno spessore di 5 mm di gomma); la superficie riflettente viene colpita dalla sfera, lasciata cadere da un’altezza corrispondente ai 60° di angolazione del pendolo rispetto alla verticale, in modo che la sfera stessa colpisca il retrovisore quando il pendolo si trova in posizione verticale. Non sono sottoposti a tale test i dispositivi in cui,  una volta installati sul veicolo, nessuna loro parte si trova a meno di 2 m dal suolo.
La seconda prova (punto 4.3) viene effettuata servendosi di un particolare dispositivo, sul quale la cosiddetta “custodia” (ossia la struttura di protezione della superficie riflettente) viene fissata orizzontalmente in modo da verificarne la resistenza a un carico di 25 kg posizionato su una delle sue estremità (quella che – a retrovisore montato – risulterebbe più distante dal conducente).
Durante entrambe le prove, la frantumazione della superficie riflettente non è consentita; a ciò si deroga soltanto qualora i frammenti rimangano aderenti al fondo della custodia, ovvero la superficie riflettente sia costruita con vetro di sicurezza.
A tal punto del discorso, possiamo quindi affermare che l’esame visivo non è affatto sufficiente per comprendere se una coppia di retrovisori sia conforme o meno alla normativa applicabile: può accadere, infatti, che componenti dalle dimensioni “generose” non abbiano ottenuto l’omologazione perché non sottoposti alle dette prove tecniche (o perché – semplicemente – non le hanno superate). L’esame visivo dei retrovisori è comunque fondamentale, in quanto è obbligatorio che essi riportino (secondo quanto previsto dall’Allegato II, Appendice 2):
- il marchio di fabbrica del produttore;
- il marchio di approvazione definito dall’Allegato V della Direttiva 2002/24/CE, ossia “un rettangolo all’interno del quale è iscritta la lettera minuscola ‘e’, seguita dal numero distintivo dello Stato membro che ha rilasciato l’omologazione (…)”; un numero di quattro cifre “indicante il numero dell’omologazione di base” e posto “al di sotto in prossimità del rettangolo”; il simbolo addizionale “I” o “L”, che specifica la Categoria del retrovisore e che “deve essere posto in prossimità del rettangolo circoscritto alla lettera ‘e’ in una posizione qualsiasi rispetto a detto rettangolo”.Tali marcature, si badi, devono essere apposte “in una parte essenziale del retrovisore in maniera tale da essere indelebili e ben leggibili quando il retrovisore è montato sul veicolo”.
La Direttiva 97/24/CE contiene altresì alcune disposizioni relative all’installazione: l’Allegato III al Capitolo 4, infatti, prevede che i due retrovisori obbligatori debbano essere fissati “in modo da restare in posizione stabile nelle normali condizioni di guida del veicolo” e da consentire al conducente “di controllare la zona retrostante ed il lato o i lati del veicolo”. Viene inoltre precisato che, quando il bordo inferiore del retrovisore è a meno di 2 m dal suolo, il retrovisore stesso non deve sporgere più di 20 cm rispetto alla larghezza maggiore del veicolo.
Per comprendere se si circola in conformità alla normativa applicabile, bisogna quindi verificare non soltanto la presenza sui retrovisori delle prescritte marcature, ma anche il rispetto delle regole che disciplinano l’installazione dei medesimi. Insomma, è necessario essere il più accorti possibile di fronte a una normativa che – allo stato – non consente alcuna modifica di numero, tipo o posizione dei retrovisori. 

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